372 research outputs found

    Lo ZEN e l'arte della narrazione dei luoghi

    Get PDF
    This paper aims at analysing a very well-known Italian neighbourhood, which is located in Palermo and called Zen. This neighbourhood has often been described as a clear example of the worst and most disgraced urban landscapes in Italy, as mass media and local stakeholders shaped its image for their own uses. Through a series of interviews, on-the-spot inspections and the use of other qualitative methodologies, the final goal of this paper is to subvert traditional representations of this place and enforce a plural way of describing it, using research techniques that might position the researcher and his or her own description inside a larger framework. Would geographers, social scientists and urban scholars agree on the subjectivity of their own descriptions, they could craft new strategies of storytelling to represent modern and changing urban realities.Cet article se propose d’analyser un quartier trĂšs connu de la ville de Palerme, le Zen, qui a souvent Ă©tĂ© dĂ©crit comme exemple emblĂ©matique de paysage urbain dĂ©gradĂ© en Italie. Or, ce sont notamment les mĂ©dias et les autoritĂ©s locales qui ont contribuĂ© Ă  façonner cette image du quartier, pour leur propre usage. En s’appuyant sur un certain nombre d’entretiens, d’observations in situ et autre mĂ©thodologies d’analyse qualitatives, cet article essaye de surmonter la vision traditionnelle du Zen et de proposer une reprĂ©sentation plurielle. Cette Ă©tude de cas permet Ă©galement d’ouvrir une rĂ©flexion mĂ©thodologique qui renvoie Ă  la nĂ©cessitĂ© de situer le chercheur et son rĂ©cit Ă  l’intĂ©rieur d’un cadre plus large. Si gĂ©ographes, chercheurs en sciences sociales et urbanistes s’accordaient Ă  accepter la subjectivitĂ© de leurs propres descriptions, ils pourraient dĂ©velopper des nouvelles stratĂ©gies de narration pour mieux reprĂ©senter les changements des rĂ©alitĂ©s urbains

    Ritorno al quartiere

    Get PDF
    Oggetto di analisi considerato ormai desueto, in un’epoca di reti virtuali e di social networks, il quartiere invece conta ancora molto nella vita quotidiana. Non bisogna identificare il quartiere con stili di vita tradizionali, propri di un mondo contadino, o con un modello di sviluppo ormai anacronistico. Il quartiere Ăš invece la risposta a uno stile di vita sempre piĂč individualistico e anti-comunitario

    Hic sunt Hobbits. La “realizzazione” di un paesaggio virtuale.

    Get PDF
    Il contributo si propone di descrivere due potenti dispositivi che Tolkien ha adoperato per consolidare la sua rappresentazione della Terra di Mezzo e renderla il piĂč possibile vicina alla realtĂ : le mappe e i paesaggi. Entrambi sono utilizzati come strumenti che trasformano la geografia epica e virtuale de Il Signore degli Anelli in una concreta rievocazione della situazione europea vissuta da Tolkien. In particolare, saranno descritte tre specifiche aree: la Contea, casa degli Hobbit e monumento al vecchio spirito di Englishness; Moria, il labirinto profondo e abissale; Mordor, l’infernale macchina da guerra. Attraverso l’analisi di un caso particolare, il contributo mostrerĂ  come la Terra di Mezzo, benchĂ© inizialmente ispirata a e derivata da paesaggi europei esistenti, sia ora diventata a sua volta fonte di ispirazione per il mondo reale: un caveat sul potere dell’epica, anche nella nostra societĂ  (post-)moderna.This paper aims at describing two powerful tools that Tolkien used to strengthen his representation of Middle-earth and make it as close as possible to reality: maps and landscapes. Both are used as instruments that transform the epic and virtual geography of The Lord of the Rings into a concrete re-enactment of the European situation that Tolkien lived. In particular, three peculiar areas will be described: the Shire, home of the Hobbits and monument to the old spirit of Englishness; Moria, the abyssal and abysmal labyrinth; and Mordor, the infernal machine of war. Through the analysis of a peculiar case, the paper will show how Middle-earth, although initially inspired and derived from existing European landscapes, has now become in its turn a source of inspiration for the real world: a caveat of the power of epics, even in our (post-)modern society

    Geografia sociale e partecipazione. L’esperienza di #esserefiera

    Get PDF
    Social geography cannot be confined to a theoretical dimension, however necessary: it is expected to play an active role, to encourage encounters with social actors and stakeholders, to take on a dimension of public engagement. Even in Italy this dimension is increasingly important, as universities are placing a growing value on their so-called third mission. Social geography must then address the fundamental issue of participation and its techniques. In doing so, those who graduate in geography will also be able to claim an essential role in the management of decision-making processes and participatory planning. This paper explores some methods and approaches that younger geographers can use to build the ‘toolbox’ of their future profession, looking at a case study from the city of Palermo

    Shadowing e Gis qualitativo: due strumenti per narrare la cittĂ 

    Get PDF
    Questo breve articolo descrive la città attraverso due tecniche di ricerca qualitativa (lo shadowing e il Gis qualitativo). Partendo da alcuni esempi, tratti dall’esperienza sul campo, vengono valutati limiti e possibilità delle tecniche in oggetto. L’obiettivo ù quello di argomentare la necessità di utilizzare e sviluppare nuovi strumenti metodologici per conoscere le configurazioni urbane. Gli autori sostengono il bisogno di muoversi all’interno di un orizzonte interdisciplinare e di utilizzare tecniche capaci di far emergere narrazioni polifoniche della città. Analizzando le potenzialità dialogiche dello shadowing e le potenzialità sovversive dei Gis qualitativi, una cartografia capace di rappresentare lo spazio mentale degli abitanti, viene affermata la necessità di continuare nella pratica di metodi ibridi, capaci di stimolare la creazione di nuove ri-descrizioni. La città, quindi, per essere compresa, pensata e trasformata ha bisogno di creatività e sperimentazione: nuovi strumenti che tentino modalità ibride di conoscenza, scardinando l’egemonia di rappresentazioni autoritarie incapaci di dare corpo e voce ai gruppi sociali meno potenti. L’obiettivo finale, dunque, diviene il bisogno di proiettare la ricerca urbana qualitativa in un orizzonte politico, inteso come spazio pubblico della discussione e dell’interazione.This brief paper describes the city through the use of two different techniques of qualitative research: shadowing and qualitative Gis. By discussing a few examples of field research, the paper assesses the limits and possibilities of these techniques. The aim is to prove the necessity of using and developing new methodologies to investigate the most recent urban phenomena. In order to achieve this goal, only an interdisciplinary approach can help the emergence of polyphonic narrations of the city. Through the analysis of the dialogic assets that shadowing possesses, and of the subversive potential of qualitative Gis (conceived as a sort of mapping that can represent the mind-space of citizens), the authors succor the use of mixed methodologies that enhance the creation of narrative re-descriptions of the urban forms. Understanding, conceiving and transforming the city implies creativity and experimentation: therefore, we need to conceive new instruments that use hybrid knowledge systems, and shatter the hegemony of those traditional, authoritative representations that cannot give voice to the most deprived social groups. The final goal of the paper is thus defined as the need to project qualitative urban research into a political horizon that becomes the public space of discussion and interaction

    Luoghi d’interazione e cittadinanza attiva: il caso di Mazara del Vallo

    Get PDF
    La societĂ  postmoderna considera (erroneamente) rischiosa la mancata integrazione dei migranti; in risposta a questo dato, le comunitĂ  migranti si barricano dietro comprensibili comportamenti di difesa rispetto al tentativo di conformare le differenze culturali ai modelli prevalenti o dominanti. Tali considerazioni, che si rispecchiano nell’uso dello spazio urbano (i luoghi dell’abitare, del lavoro, del commercio e dei servizi) e raramente negli strumenti di pianificazione, inducono a riflettere sulla differenza tra “integrazione” e “interazione”, in un contesto che sempre piĂč si definisce cosmopolita. Mazara del Vallo Ăš un centro storicamente caratterizzato da forte presenza di comunitĂ  straniere, prevalentemente magrebine, che si concentrano in specifici quartieri del centro storico. A dispetto di una retorica integrazione ormai raggiunta, il presente contributo indaga sulla reale convivenza dei gruppi multiculturali e sulle capacitĂ  d’interazione che si esprimono nei luoghi dell’abitare e dello spazio pubblico
    • 

    corecore